Secondo i dati forniti dall’associazione medici diabetologi (AMD), in Italia, ogni anno, circa una donna su dieci in gravidanza è accompagnata dal diabete, che può essere pre-gestazionale (già presente nella donna prima che questa rimanga incinta) o gestazionale (che compare per la prima volta nel corso della gravidanza).

La diagnosi del diabete gestazionale

Il diabete gestazionale (GDM) solitamente si manifesta nella seconda parte della gravidanza e per questo motivo viene eseguito lo screening alla 24-28 settimana di gestazione. È importante prestare particolare attenzione verso questa condizione considerate le possibili complicanze materno-fetali che il GDM può causare e i potenziali rischi a cui le donne affette e i loro figli sono esposti nel corso della loro vita. La presenza di alcune condizioni di rischio, infatti, come l’obesità, il GDM pregresso e l’alterata glicemia a digiuno prima della gravidanza o all’inizio della stessa possono determinarne un’insorgenza precoce.

La diagnosi di GDM attiva un processo di cura che coinvolge professionisti sanitari e la richiesta di specifici presidi diagnostico-terapeutici (utili per l’auto-monitoraggio glicemico e dello stato di chetosi e per l’eventuale terapia insulinica). Tutto ciò espone la donna con GDM a problematiche psicologiche dovute alla medicalizzazione della propria gravidanza.

Quali novità nella gestione del diabete gestazionale?

La ricerca di nuove soluzioni terapeutiche efficaci per il GDM costituisce una strategia utile a migliorare l’esito della gravidanza e la prevenzione potrebbe rappresentare un importante passo in avanti per il miglioramento della salute (della madre e del bambino).

Nel corso degli ultimi anni è stata testata l’efficacia di diversi approcci preventivi. La sola terapia medica nutrizionale, anche se associata a una costante attività fisica, non si è dimostrata efficace per la prevenzione del GDM.

Una strategia di prevenzione nei confronti del GDM, documentata in letteratura, è la supplementazione con inositolo

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